calcio
Serie A
Diaconale, veleno dopo il dramma
Il portavoce della Lazio è tornato a parlare dopo l'operazione alla testa: "Mi hanno augurato la morte".
Meno di tre settimane dopo il malore e il susseguente intervento chirurgico, il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, è tornato a parlare, per esprimere la propria amarezza per i messaggi ricevuti durante il proprio dramma.
Il giornalista si è espresso attraverso un lungo e accorato post su Facebook, in cui dopo il ringraziamento nei confronti di coloro che hanno espresso “solidarietà e sostegno", ha evidenziato "coloro che nel commentare la mia vicenda sui social network mi auguravano la morte tra i più atroci patimenti".
"Subito dopo l'operazione in cui mi è stata aperta la calotta cranica per rimuovere il malevolo intruso che vi si era insediato - si legge - mi è capitato di riflettere sul fatto che la pandemia non aveva generato i tanto attesi, spesso in maniera forzosa, cambiamenti sulla natura di un Paese che ormai si è tendenzialmente consegnato al cinismo spietato e che è spesso poco solidale".
"Perché tanto astio? - si chiede Diaconale - Solo perché mi ero battuto per sostenere le legittime ragioni della S.S. Lazio di poter concludere regolarmente il campionato puntando ad ottenere un risultato di prestigio già in parte acquisito sul campo? Francamente non sono riuscito ad individuare una proporzione tra l'esercizio del mio lavoro, che è anche passione sportiva, e l'impietosa, livida perfidia, l'ostentata furia al linciaggio che mi si era riversata addosso".
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