La copertina del settimo turno di Serie A non può non andare al funambolico Lorenzo Insigne, autore di una doppietta nel posticipo serale che accerta la crisi del Milan. Strappa applausi anche la Fiorentina che continua a veleggiare in vetta alla classifica. Tornano a sorridere le romane con la Lazio che addirittura aggancia il terzo posto. Balbetta l’Inter, ma alla fine guadagna un punto prezioso contro la Doria. Le rivelazione Torino, Chievo e Sassuolo, infine, escono un po’ ridimensionate da questa giornata che, prima di essere messa in archivio, merita di essere analizzata a dovere.  


Top di giornata

Gervinho (Roma) – aveva le valigie in mano e non sembrava più gradito nella Capitale. L’ivoriano, invece, ha iniziato la stagione con il piglio giusto, approfittando anche dell’affollamento nell’infermeria giallorossa. Opportunista.   

Khedira (Juventus) – non è un centrocampista che segna molto: massimo 7 centri nella stagione 2008-2009 quando vestiva la maglia dello Stoccardo. Il gol contro il Bologna, quindi, pur non essendo un caso, non ne certifica neanche la “storica” propensione al gol. Però contro i felsinei, così come in CL, ha disputato una gara sontuosa per generosità e sagacia tattica. Un buon acquisto per i bianconeri. Generoso.

Insigne (Napoli) – in estate si diceva entusiasta del nuovo ruolo e del metodo di Sarri. Ora che siamo in autunno pieno non possiamo non dargli ragione. Sta disputando un inizio di stagione molto brillante, ben al di sopra delle più rose attese. Indovino.


Flop di giornata

Vazquez (Palermo) – si batte come sempre, ma non trova mai la via del gol. Deve essere frustrante per chi, come lui, lo scorso anno scrisse il suo nome sul tabellino dei marcatori ben 10 volte. E contro la Roma gli errori sotto rete sono stati imperdonabili. Frustrato.    

Kondogbia (Inter) – fino ad ora è stato un oggetto misterioso, impalpabile se non dannoso. Mai un guizzo, mai un’accelerazione. E pensare che in estate le milanesi se lo sono conteso a suo di milioni. Svalutato.    

Ely (Milan) – di lui in estate si dicevano meraviglie, ma ieri contro il Napoli è stato inguardabile. La retroguardia rossonera balla e una non marginale parte delle colpa va al giovane brasiliano. Sopravvalutato. 

 
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Allan (Napoli) – ormai è certificato: ha il vizio del gol. Una sola rete in 104 apparizioni con l’Udinese, a Napoli ha scoperto di essere anche un goleador. Vizioso.

Mounier (Bologna) – in una squadra che fa acqua da tutte le parti come il Bologna, ultima in graduatoria, il francese è tra i pochi a salvarsi. Terzo centro in cinque apparizioni. Mai avuta una media così alta nella sua carriera. Salvagente.  

Tatarusanu (Fiorentina) – a Firenze Neto è già un lontano e sbiadito ricordo. Il portierone rumeno non solo non sta facendo rimpiangere l’attuale riserva di Buffon, ma in questa stagione è stato più volte provvidenziale, anche ieri contro l’Atalanta. Provvidenza.   


Rivelazioni

Pedro Pereira (Sampdoria) – terzino portoghese di soli 17 anni, contro l’Inter ha giocato come un consumato veterano dell’out destro. Ha condito una prestazione senza sbavature con il perfetto assist che ha mandato in gol Muriel. Gustoso.

Martinho (Carpi) – non più giovanissimo, ormai ha 27 anni, contro il Torino ha giocato con grinta, recuperando una grande mole di palloni e facendo ripartire l’azione dei biancorossi. Prende un po’ troppi gialli e di gol ne ha sempre fatti pochi, tranne quando era in B con il Verona, ma se state cercando un giocatore tutta sostanza, il numero 29 del Carpi potrebbe fare al caso vostro. Grintoso.

Astori (Fiorentina) – la cura Sousa restituisce al calcio italiano un difensore che sembrava destinato a luminoso destino. Ormai gli anni sono 28 e le possibilità di emergere a livello continentale sono poche, ma questo non significa che in Italia non possa fare ancora la differenza. Rigenerato.

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