Quando
allenarsi non è l’unica soluzione per arrivare alla vittoria.
Qualche anno fa Federico Buffa, durante un
incontro con gli studenti della IULM di Milano dal titolo “Storytelling,
come fare cultura con lo sport”, aveva dato una risposta molto interessante
alla domanda: Come mai in Italia la narrazione sportiva è sottovalutata? Perché
l’America sembra molto più avanti anche in questo?
Il motivo, secondo il noto giornalista, starebbe nel fatto che l’America, al
contrario dell’Italia, è una nazione troppo giovane per avere una narrazione
mitologica. Le imprese sportive quindi, avrebbero sostituito quella lacuna,
diventando una sorta di mitologia 2.0.
Per usare una provocazione: c’è chi ha l’Iliade e l’Odissea e chi Michael
Jordan e Muhammad Alì.
Paragone forzato? Forse, ciò nonostante c’è una cosa che accomuna il mondo
dello sport e i racconti mitologici: un legame quasi indissolubile con
l’irrazionalità.
Così come gli eroi dell’antichità credevano che i riti più misteriosi
potessero aiutarli nel compimento del proprio destino, così sportivi e tifosi
di tutto il mondo da tempo si appellano alle scaramanzie
più stravaganti nella speranza di agguantare la vittoria.
Un esempio? Quante volte vi è capitato di non aver voluto guardare un rigore
della vostra squadra, convinti che questo potesse avere un effetto positivo
sull'esito dello stesso? Probabilmente troppe.
Un qualcosa che non riguarda per altro solo gli appassionati di sport. Chi
di noi non ha almeno un paio di riti scaramantici pronti per l’ultimo
dell’anno?
“E’ una cosa che faccio… ma non ci credo mica”. Quante volte l’abbiamo
sentito dire? Poi caso vuole che il portiere della tua squadra pari quel rigore
e, ovviamente senza ammetterlo, finisci per crederci ancora di più.
Tranquilli, non siete soli. Alcuni tra gli sportivi più importanti degli
ultimi decenni hanno rivelato di essersi affidati a diversi riti scaramantici
nel corso della propria carriera.
Ecco alcuni degli sportivi più illustri.
1. Johan Cruyff
Si comincia proprio da lui, la leggenda olandese. Stando alle
ricostruzioni, sono due i riti scaramantici che hanno accompagnato il numero 14
dell’Ajax nel corso di quasi tutta la sua carriera.
A quanto pare, ai tempi dell’Ajax Cruyff era solito schiaffeggiare la pancia
del suo portiere, Gert Bals, assolutamente convinto che questo avrebbe portato
“bene” a lui e ai suoi compagni.
La seconda? All’inizio di ogni partita, poco prima del fischio d’inizio,
sputava la sua gomma da masticare nella metà campo della squadra avversaria.
A rendere questa seconda superstizione ancora più affascinante, è la
sconfitta per 4-1 nella finale di Champions League del 1969 contro il Milan:
pare che proprio in quella partita Cruyff non avesse sputato la sua chewing
gum nella metà campo rossonera.
2. Diego Armando Maradona
Come poteva mancare “el pibe de oro” in questa lista? Il rapporto tra
Maradona e la superstizione non si limiterebbe alla carriera da calciatore, ma
avrebbe toccato il suo culmine nella breve e infelice avventura alla guida
della selezione Argentina.
Ai tempi del Napoli ad esempio, nell’ingresso in campo era il magico piede
sinistro a dover toccare per primo il manto erboso. Non solo, il numero 10 non
avrebbe mai iniziato una partita senza aver prima dato un bacio sulla fronte al
suo amico massaggiatore Salvatore Carmando.
È da allenatore però che Maradona ha dato il suo meglio.
Durante il mondiale del 2010, era convinto fosse necessario ripetere tutte
le cose successe prima della partita con la Nigeria, la prima vittoria di quel
mondiale per l’Argentina.
Quali? Un salto sul terreno di gioco, salutare i tifosi, controllare le
condizioni del campo, fare foto con un collaboratore (ogni volta diverso),
intervista con la tv argentina e sempre con gli stessi due giornalisti.
Chapeau.
3. Cristiano Ronaldo
Nemmeno il grande Cristiano è immune alla scaramanzia anche se, rispetto a
Maradona, ci permettiamo di considerarlo un dilettante.
Cristiano pare voglia a tutti i costi essere il primo a salire sul bus e
l’ultimo e scendere, oltre a voler tenere sia sull’aereo che sul bus lo stesso
posto.
Al contrario di Maradona poi, è il piede destro quello che deve toccare il
terreno di gioco per primo all’ingresso delle squadre in campo.
4. Serena Williams e Rafa Nadal
Cambiamo sport e passiamo al tennis. Serena Williams segue da tempo lo
stesso rituale prima di un match: porta le ciabatte della doccia in campo, lega
i lacci delle scarpe sempre allo stesso modo e fa rimbalzare la pallina sempre
lo stesso numero di volte prima del servizio: cinque per la prima e due per la
seconda.
5. Michael Jordan
I vezzi scaramantici di sua maestà Jordan sono da tempo cosa nota grazie a
Space Jam e quella rivelazione fatta a Bugs Bunny: Michael ha giocato tutta la
carriera indossando i calzoncini del University of North Carolina sotto la
divisa ufficiale.
6. Turk Wendell
L’ex stella dei New York Mets era un campione di scaramanzia, oltre che di
baseball. I suoi rituali erano molteplici: saltare sopra le linee di base,
masticare liquirizia durante la partita e lavarsi i denti tra un inning e
l’altro. Non solo, indossava anche una collana con i denti degli animali
selvatici che aveva cacciato e una volta ha chiesto ai Mets di fargli un
contratto da 99.999.999,99 dollari in onore al suo numero di maglia, il 99.
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